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Addio Umberto

10 maggio 2010


Una notizia del genere te la puoi anche aspettare, ma quando arriva ti colpisce come un macigno e ti lascia tramortito, incapace di mettere due pensieri in fila. E mentre sei lì, intontito e senza parole, una valanga di immagini, di ricordi, di sensazioni, ti rotola dentro e ti fa sentire improvvisamente più stanco e vecchio di quanto tu non sia.
Umberto Gambuli se n’è andato, con dignità ed in silenzio, quasi con leggerezza, come se non volesse angosciare nessuno degli amici che sapevano della sua sofferenza e penavano per lui. Lui, e lo dico unicamente per i più giovani, era un personaggio autentico e particolare della Vela napoletana. Personaggio autentico per il suo modo di viverla la Vela, il secondo amore della sua vita dopo Frida, con passione e con leggerezza insieme, con il rigore dell’uomo di sport e con l’ironia e la consapevolezza di vivere un gioco. Personaggio particolare, per quella sua abitudine di manifestare liberamente il pensiero, senza riguardi o peli sulla lingua, ma con garbo, senza pretendere di essere il depositario di chissà quale verità.
Chi ha avuto il privilegio e la fortuna di condividere con lui l’esperienza di una serata fra amici, di un convegno, di un Comitato di Regata, conserverà di quelle ore, sono sicuro, anche la più piccola briciola di ricordo, il più piccolo frammento di immagine. Perché Umberto era così, diventava immediatamente l’anima ed il protagonista; la scena era sua, concessagli , anzi impostagli all’unanimità. Non era certo vanagloria o desiderio di protagonismo, ma il bisogno condiviso di un rapporto umano schietto e fraterno.
E’ stato un ottimo regatante, ma il suo percorso sportivo marciava con uomini che di questo sport erano già i miti ed i capi. A lui piaceva essere di quel mondo, di cui amava cogliere gli aspetti meno eroici od aulici, talvolta le debolezze, con pungente ironia, ma cogliendone in definitiva i valori più veri. Ci siamo sempre deliziati dei suoi racconti da antieroe, forse perché ci sentivamo, in fondo, come lui.
La sua lunga attività di Ufficiale di Regata, che lo ha visto protagonista in tutta Italia, con la stima unanime gli ha regalato successo e gratificazioni. Tutti ne ricordiamo l’operato, sempre brillante e divertente, ma tecnicamente impeccabile. Che sarebbero stati quei difficili Comitati notturni, al largo di Capri, senza le sue battute, la sua serenità, la sua presenza carismatica?
Ha lavorato molto per la Vela napoletana, per la Federazione, per i Circoli. Ha condotto a termine con successo innumerevoli e difficili incarichi organizzativi da cui aveva tratto grandi soddisfazioni e qualche amarezza. Sapeva organizzare e trascinare; la sua capacità di stabilire rapporti umani era strabiliante: “da rappresentante di commercio” amava dire a chi, con ammirazione ed una punta d’invidia glie lo faceva notare. La sua fermezza e la sua libertà di pensiero gli hanno impedito di dare di più.
Ma quello che ci hai dato in termini umani, carissimo Umberto, ci fa felici. Avremmo voluto di più. Ma oggi qualcuno ha detto che ci deve bastare.
Ci vorrebbe un libro per raccontarti, ma il dolore ci soffoca.
Alle persone più care che se ne vanno si dice spesso:”non ti dimenticheremo”.
Aggiungerò, a nome di tutti :”e come potremmo?”

Gianfranco Busatti

Un ulteriore ricordo dalla redazione di Vela in Campania:  Ciao Umberto


La famiglia velica napoletana ha perso Umberto Gambuli.
Un altro personaggio storico del nostro amato sport ha tagliato il traguardo della sua ultima regata lasciando il golfo che per sessanta anni lo ha visto suo protagonista.
Umberto ha iniziato da giovanissimo a fare vela presso il Club Nautico al Borgo Marinari sotto la scuola, severa ma efficientissima del mitico “Franceschiello”. Dinghy 12’, Strar, Monotipi, Lightning, Dragoni e poi RORC…, non c’è stata imbarcazione in auge tra gli anni ’50 e ‘60 che non l’abbia avuto al timone o a manovra con i più grandi timonieri napoletani, non solo nelle acque partenopee, ma anche sui più importanti campi di regata nazionali.
Con la Star “Fiammetta” ha vinto anche una “Coppa Licia Compagna” con al timone la moglie Frida.
Finita l’attività agonistica ha continuato a seguire la vela come Ufficiale di Regata nazionale ricoprendo anche il ruolo di Segretario della V Zona Fiv.
Umberto era anche la memoria storica della vela napoletana che lui raccontava con la verve che lo caratterizzava e con una ricchezza di particolari su personaggi e su avvenimenti davvero incredibili e sempre al limite del fiabesco.
Spiritoso ed ironico, ma leale ed aperto in ogni circostanza, il “Gambuli cavalier Umberto” (come si presentava con tono scherzoso) mancherà a tutti e soprattutto a chi lo aveva come fonte inesauribile di ricordi..
Interpretando il sentimento di tutta la V Zona, Dirigenti, Società ed Atleti inviamo alla moglie Frida, ai figli Alessandro e Alfredo le più sincere condoglianze.
L’esequie si svolgeranno domani, martedì 11 maggio alle ore 11,30, nella chiesa della S.M. della Libera in via Belvedere al Vomero (Napoli).
(penna bianca)