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Altro che Dubai Chocolate, arriva il dolce più virale del Natale: è pronto a conquistare i golosi

panettoneAltro che Dubai Chocolate, arriva il dolce più virale del Natale: è pronto a conquistare i golosi - velaincampania.it

Dopo il cioccolato arabo, arriva anche la versione mediorientale del panettone: dolce virale ma non proprio leggero

A Natale c’è chi difende il panettone classico e chi preferisce il pandoro, ma ogni anno spunta una novità pronta a sfidare la tradizione. Per il 2025, la versione più discussa arriva dagli Emirati: il cosiddetto panettone di Dubai, arricchito con crema al pistacchio e pasta kataifi, ha iniziato a circolare sui social, raccogliendo reazioni entusiaste e parecchie condivisioni. Una proposta che mescola estetica virale e suggestioni orientali, pronta a imporsi sulle tavole delle feste (almeno digitalmente).

Tra pistacchio e kataifi: un dolce che divide tra innovazione e marketing

L’idea nasce sulla scia del successo ottenuto da una serie di prodotti dolciari ispirati al gusto mediorientale, come il cioccolato di Dubai, già rilanciato da diversi brand italiani in versioni aromatizzate al pistacchio. Il panettone, con la sua struttura soffice e la forma iconica, diventa così il veicolo perfetto per sperimentare una nuova “luxury reinterpretation” da condividere online. E lo fa con ingredienti fortemente riconoscibili: il verde acceso della crema al pistacchio e le trame croccanti del kataifi, pasta tipica della pasticceria greca e araba.

Tra i primi a cavalcare il trend, anche alcune catene della grande distribuzione, come Lidl, che ha lanciato una versione economica del panettone “Dubai Style”, con l’obiettivo di democratizzare un gusto che nasce come esclusivo. Non è però solo una questione di sapore: il dolce diventa un fenomeno visivo, pensato per apparire bene in foto, con decorazioni appariscenti e tagli scenografici perfetti per TikTok e Instagram.

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Tra pistacchio e kataifi: un dolce che divide tra innovazione e marketing – velaincampania.it

Ma non tutto brilla sotto la glassa. Chi ha osservato con attenzione la lista degli ingredienti, soprattutto nelle versioni industriali, ha notato la presenza di additivi, zuccheri raffinati e conservanti, in quantità tutt’altro che trascurabili. Si va dal sciroppo di glucosio all’amido modificato, dal sorbato di potassio fino agli aromi artificiali, elementi che fanno riflettere sull’effettivo valore nutrizionale del prodotto, dietro la sua immagine patinata.

Dolci virali ma molto elaborati: tra estetica social e ingredienti da leggere con attenzione

Il successo di questo panettone non si spiega solo con la bontà (reale o percepita), ma con la capacità di funzionare come contenuto, in un ecosistema digitale dove l’aspetto visivo è spesso più importante del gusto. L’effetto pistacchio, ormai consolidato nel marketing dolciario, viene combinato a texture inedite, come quella del kataifi, per stimolare curiosità e voglia di condivisione. Ma al di là delle immagini, resta un prodotto complesso, costruito per stupire più che per nutrire.

Le versioni artigianali esistono, e in alcuni casi si ispirano alle pasticcerie arabe tradizionali, ma la maggior parte dei panettoni di questo tipo, oggi in vendita nei supermercati europei, segue processi industriali e punta su una composizione ricca di zuccheri e grassi, poco compatibile con i principi di una dieta equilibrata. Soprattutto se consumato dopo una cena abbondante, come accade spesso a Natale.

Eppure, il richiamo funziona. Il mix tra esotico, luxury e accessibile fa breccia, e con l’amplificazione dei social network, questo panettone “alternativo” sta diventando un piccolo caso natalizio. Un esempio di come il cibo, oggi, non sia più solo da mangiare, ma anche da guardare, postare, commentare.

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