Con l’autunno cresce la voglia di castagne, ma attenzione alle insidie: confondere i frutti commestibili con quelli tossici può causare gravi intossicazioni. Ecco come evitarlo.
Con l’arrivo dell’autunno, il classico appuntamento con la raccolta delle castagne si rinnova, richiamando appassionati e famiglie nei boschi e nei parchi. Tuttavia, non tutte le castagne che si trovano al suolo sono commestibili: un errore nel riconoscimento può trasformare una piacevole esperienza culinaria in un pericolo serio per la salute, con conseguenze che spesso richiedono l’intervento medico urgente.
Autunno e raccolta delle castagne: attenzione alle somiglianze pericolose
Il periodo autunnale è tradizionalmente legato al consumo di castagne, frutti del castagno europeo (Castanea sativa), apprezzati per il loro sapore e le proprietà nutritive. Ma non tutte le castagne sono uguali. In particolare, le cosiddette castagne matte, ovvero i semi dell’ippocastano (Aesculus hippocastanum), spesso raccolti per errore, rappresentano una minaccia per la salute umana.
L’ippocastano è una pianta ornamentale diffusa soprattutto in città, lungo viali e nei parchi urbani. I suoi frutti, pur somigliando molto alle vere castagne, contengono sostanze tossiche che possono provocare avvelenamenti anche gravi.

Castagne: non consumare queste – Velaincampania.it
Riconoscere con precisione una castagna buona da una castagna matta non è difficile, ma richiede attenzione a dettagli specifici:
- Habitat e posizionamento: le castagne vere si raccolgono prevalentemente in boschi e foreste, spesso in montagna o collina, ad altitudini comprese tra i 300 e i 1200 metri. Le castagne matte, invece, sono facilmente rinvenibili in ambienti urbani, come parchi, giardini e viali alberati.
- Aspetto del riccio: la vera castagna è racchiusa in un riccio marrone intenso e ricco di spine lunghe e pungenti, contenente da due a tre frutti di forma triangolare. Il riccio dell’ippocastano è verde, con punte corte e distanziate, e racchiude un solo frutto, più grande, liscio e lucido.
- Foglie dell’albero: le foglie del castagno sono singole, allungate e seghettate, mentre quelle dell’ippocastano sono più lisce, ovali e spesso suddivise in foglioline più piccole.
- Caratteristiche del frutto: le castagne commestibili sono più piccole e presentano un ciuffo apicale, mentre le castagne matte sono rotondeggianti e prive di questo dettaglio.
Questi elementi, se osservati con cura, possono evitare errori che, come dimostrato da numerosi casi, possono portare a intossicazioni anche gravi.
I rischi dell’ingestione di castagne matte: sintomi e conseguenze
L’errore più comune è quello di raccogliere e consumare i semi dell’ippocastano, scambiandoli per castagne commestibili. Secondo uno studio dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese (Anses), la confusione tra questi due frutti ha causato circa l’11% delle intossicazioni da piante segnalate nei centri antiveleni tra il 2012 e il 2018. Un dato rilevante che sottolinea la criticità del problema.
Le castagne matte contengono saponine, sostanze irritanti per il sistema gastrointestinale. L’ingestione può provocare sintomi quali:
- bruciore e irritazione in bocca,
- nausea,
- vomito,
- diarrea,
- dolori addominali,
- irritazione della gola.
In casi più gravi, soprattutto in caso di ingestione massiccia, possono insorgere disturbi neurologici come tremori, spasmi muscolari e dilatazione delle pupille, condizioni che richiedono un immediato ricovero in pronto soccorso.
L’avvelenamento può portare anche a danni intestinali e ai reni, con complicanze delicate da gestire. Per questo motivo, in presenza di sintomi sospetti, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a un medico o a un centro antiveleni. Conservare uno o più frutti raccolti o fotografarli può facilitare l’identificazione e la diagnosi.
Nonostante la loro tossicità per l’uomo, i semi dell’ippocastano non sono privi di valore. L’escina, un principio attivo estratto da queste castagne matte, è utilizzata in ambito erboristico e farmacologico per trattare problemi di insufficienza venosa periferica, come varici, emorroidi, cellulite e fragilità capillare. Tuttavia, questa applicazione è limitata all’uso esterno o a preparazioni specifiche, e non prevede il consumo diretto dei frutti.
La regola fondamentale è non raccogliere o consumare castagne senza aver prima verificato con certezza la loro natura. Se non si è esperti, è preferibile acquistare castagne da rivenditori affidabili o rivolgersi a esperti locali per il riconoscimento. Evitare di raccogliere frutti caduti al suolo in ambienti urbani, dove l’ippocastano è molto diffuso, può prevenire spiacevoli incidenti.