La pasta è un elemento centrale dell’alimentazione mediterranea, ma non sempre quella che arriva al consumatore è davvero di qualità: così è possibile scoprirlo.
Le sue origini affondano nella storia mediterranea e mediorientale, eppure nella forma che tutti oggi conosciamo, la pasta è diventata un alimento simbolico dell’Italia. É qui che si è evoluta nel Medioevo, quando la sua versione secca ha preso il sopravvento.
Creata con una miscela di grano duro e acqua, impastata e poi trafilata, viene essiccata per una lenta rimozione dei liquidi, fino a diventare un prodotto a lunga conservazione. É anche per questo che in casa non manca mai. La pasta offre innumerevoli possibilità di portare in tavola un piatto gustoso, economico e di facile realizzazione.
Si può abbinare a tantissimi condimenti, dai pesti ai sughi, e si può consumare calda o fredda. Un vero passe-partout da tenere sempre in dispensa, anche grazie ai prezzi economici che rendono l’acquisto di una confezione un buon investimento a lungo termine.
Permette di giocare con la fantasia e con il gusto, presentandosi in tanti formati, ma è anche un elemento cardine della dieta. Si tratta infatti di un’ottima fonte di carboidrati complessi che danno energia e, nel caso di quella integrale, anche di fibre che intervengono nel benessere di intestino e del sistema cardiovascolare.
Non sempre, tuttavia, la pasta secca che finisce nelle case dei consumatori è di buona qualità. Gli esperti della filiera hanno rivelato quali caratteristiche possono aiutare a riconoscere la migliore.
Le 6 caratteristiche della pasta di qualità
Anche i più attenti, di fronte alla vasta scelta di prodotti al supermercato, potrebbero sorvolare su alcuni dettagli fondamentali. L’etichetta riportata sulla pasta può essere esplicativa, ma non è di facile comprensione per tutti. Esistono dunque, secondo gli esperti del settore, dei segnali inequivocabili che possono aiutare nella scelta della pasta migliore.

Le caratteristiche della pasta di qualità – velaincampania.it
Uno di questi è la superficie, che deve presentarsi opaca e ruvida. La pasta trafilata al bronzo sarà porosa a seguito dell’attrito con il materiale, al contrario di quella trafilata a teflon, che ha il classico aspetto liscio e plastico.
Molto indicativo è il colore, che dipende dal macinato di grano duro (semola) utilizzato per l’impasto. La buona pasta si dovrebbe presentare di colore avorio o chiaro. Se questo tende al giallo o al bruno, la pasta ha subito un processo di essiccazione artificiale ad alta temperatura.
Una pasta di buona fattura si riconosce anche dal suo odore, tipicamente associabile al grano e al lievito. Se questa fragranza è assente, vuol dire che la pasta ha conservato ben poco di naturale.
Anche l’uniformità può rivelare molto sul prodotto. La pasta non dovrebbe presentare puntinature nere, bianche o rosse, né tantomeno “bottature”, ossia piccole fratture nella struttura. In tal caso, vorrebbe dire che è stata sottoposta a processi di essiccazione troppo veloci e sbalzi di temperatura. I puntini segnalano invece, che la semola utilizzata non è pura.
Una buona pasta non dovrebbe mai presentarsi collosa e patinosa con la cottura. Ciò significherebbe che la maglia glutinica che si forma durante l’impasto sta rilasciando troppo amido.
Infine, la tenuta dopo la cottura. Una pasta di ottima fattura sarà elastica e riuscirà a ricompattarsi una volta tolta dall’acqua bollente. Inoltre, si manterrà in ottimo stato dopo la cottura al dente anche se è sottile.

Pasta di qualità, i segnali - velaincampania.it










