Il frutto che può causare un’ustione: si mangia comunemente, ma molti non sanno che c’è un pericolo che fa rischiare grosso.
Con l’arrivo della stagione della raccolta dei fichi, cresce anche la curiosità e il piacere di cogliere e gustare questo frutto tipico. Tuttavia, è fondamentale conoscere i rischi legati all’estrazione della linfa bianca, detta comunemente latte di fico, che può provocare gravi irritazioni cutanee. Gli esperti dermatologi e botanici mettono in guardia da una reazione cutanea nota come fitofotodermatite, causata proprio dal contatto con questa linfa e dall’esposizione successiva ai raggi solari.
Il latte di fico: un liquido ingannevole e potenzialmente pericoloso
Quando si stacca un fico dall’albero di fico (Ficus carica), si osserva l’uscita di un liquido lattiginoso bianco. Questa sostanza, contenente un mix di proteine, enzimi e lattice, svolge un ruolo protettivo per la pianta, agendo come scudo contro i patogeni fungini grazie ai suoi potenti effetti antibatterici. Tuttavia, proprio questa funzione difensiva rende la linfa altamente irritante per la pelle umana.
La linfa di fico, dolce ma con un retrogusto amaro, contiene composti fotosensibilizzanti chiamati furanocumarine, che, attivati dai raggi UV-A del sole, possono indurre un danno cellulare profondo. In particolare, questi composti provocano un danno al DNA delle cellule cutanee, bloccandone la divisione e la riparazione, con conseguente morte cellulare e formazione di vesciche dolorose, arrossamenti (eritema), prurito ed edema.
Questa reazione cutanea, definita fitofotodermatite, è spesso scambiata per ustioni di secondo grado o altre dermatiti, ma si distingue per la caratteristica iperpigmentazione che può persistere per mesi o addirittura anni. La fitofotodermatite, infatti, non è una semplice irritazione, ma una vera e propria infiammazione fototossica che, in caso di esposizione solare, può peggiorare condizioni cutanee preesistenti e lasciare cicatrici permanenti.

Rischio di fitodermatite nella raccolta dei fichi – velaincampania.it
Gli esperti raccomandano di indossare sempre guanti protettivi durante la raccolta dei fichi o la manipolazione delle foglie, perché la linfa può fuoriuscire anche da una semplice rottura di foglie o rami. In assenza di guanti, è fondamentale evitare il contatto diretto con la pelle e lavarsi immediatamente con acqua e sapone in caso di contaminazione. È altresì sconsigliato applicare la linfa sul viso o su altre parti del corpo senza protezione.
Consigli pratici per la raccolta e l’utilizzo sicuro del fico
Oltre a proteggere la pelle durante la raccolta, è importante sottolineare che il latte di fico non deve essere considerato un rimedio naturale per la pelle. Il mercato offre prodotti a base di estratti di fico, come la linfa di Opuntia (fico d’India), che, se pur utilizzati per le loro proprietà lenitive e idratanti, sono formulati in modo sicuro e non comportano rischi di fitofotodermatite.
Ad esempio, prodotti come Veralinfa Nettaris Pura Linfa di Opuntia a base di Fico d’India biologico, estratti tramite processi meccanici a freddo, sono studiati per aiutare a riequilibrare la pelle senza provocare irritazioni.
Infine, durante la fase di raccolta o manipolazione del fico, si raccomanda di evitare l’esposizione diretta al sole o di coprire immediatamente la pelle con indumenti o creme protettive dopo il contatto con la linfa, per ridurre al minimo il rischio di reazioni cutanee. L’attenzione e il rispetto per le caratteristiche naturali di piante come il fico sono fondamentali per evitare spiacevoli conseguenze sulla pelle, trasformando un’attività piacevole come la raccolta dei fichi in un’esperienza sicura e appagante.

Il frutto che può provocare ustioni alla pelle - velaincampania.it












