Controlli serrati dell’Agenzia delle Entrate e nuove interpretazioni su incapienti e cessione del credito: cosa rischiano i contribuenti e come difendersi dalle contestazioni.
Il Superbonus 110%, una delle misure fiscali più incisive introdotte negli ultimi anni in Italia per incentivare la riqualificazione energetica e antisismica degli immobili, continua a generare un importante dibattito, soprattutto in relazione ai controlli fiscali e alle contestazioni che stanno interessando migliaia di contribuenti. Dopo l’iniziale entusiasmo per l’agevolazione, ora si assiste a una fase di verifica serrata da parte dell’Agenzia delle Entrate e di altri enti preposti, con conseguenti richieste di restituzione e controversie legali. Il tema degli incapienti, cioè di quei contribuenti che non possono utilizzare direttamente la detrazione per insufficienza di imposta, resta centrale e genera ancora confusione interpretativa.
Superbonus 110%: controlli più stringenti e modalità di verifica
Nel corso del 2025, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli sul Superbonus, inviando oltre 500.000 lettere di compliance orientate a far emergere eventuali irregolarità formali o sostanziali. Questi controlli riguardano sia la documentazione tecnica (come asseverazioni, attestati di prestazione energetica, autorizzazioni edilizie) sia quella fiscale (fatture, bonifici e congruità dei costi sostenuti). Attraverso anche verifiche incrociate con i dati catastali, bancari e con le informazioni fornite dall’ENEA, il Fisco mira a prevenire abusi e frodi, spesso connesse alla cessione del credito o allo sconto in fattura.
Le principali contestazioni riguardano:
– Mancata esecuzione o difformità nei lavori dichiarati.
– Documentazione tecnica incompleta o irregolare.
– Costi non congrui rispetto ai limiti normativi.
– Cessioni di credito sospette o non correttamente documentate.

Rimborsi superbonus – Velaincampania.it
In caso di accertamento, il contribuente rischia la revoca del beneficio fiscale, l’obbligo di restituire le somme detratte con sanzioni e interessi, fino all’avvio di procedimenti penali in caso di frodi rilevanti.
Una delle criticità più dibattute riguarda i contribuenti cosiddetti incapienti, ovvero coloro che non possono usufruire direttamente delle detrazioni fiscali perché l’imposta IRPEF da loro dovuta è azzerata o insufficiente a compensare il credito. Questi contribuenti includono:
– Persone con redditi sotto la soglia di tassazione.
– Soggetti che percepiscono redditi soggetti a imposta sostitutiva, come i titolari di regime forfettario.
– Contribuenti senza reddito o con redditi esclusi dalla normale tassazione IRPEF.
La normativa originaria del Decreto Rilancio (DL 34/2020) non ha posto limiti espliciti all’utilizzo del Superbonus da parte degli incapienti, ma ha introdotto la possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, strumenti che consentono anche a chi non ha imposta a debito di beneficiare indirettamente dell’agevolazione.
Tuttavia, la prima interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 24/E del 2020 aveva generato confusione, in particolare con il passaggio secondo cui i soggetti senza redditi imponibili non avrebbero potuto esercitare l’opzione per la cessione o lo sconto, creando un vuoto interpretativo. Tale aspetto ha creato dubbi circa la possibilità per chi non ha reddito imponibile di accedere al bonus.
La successiva Circolare 30/E del dicembre 2020 ha chiarito in modo decisivo che anche i contribuenti incapienti, purché proprietari dell’abitazione principale, possono fruire del Superbonus mediante cessione del credito o sconto in fattura. Infatti, il reddito derivante dalla rendita catastale dell’immobile concorre alla formazione del reddito complessivo, anche se la tassazione effettiva è azzerata da meccanismi di deduzione. Questa interpretazione ha quindi esteso l’accesso al beneficio a una platea più ampia, limitando le ipotesi di esclusione.
Con l’aumento dei controlli, è fondamentale che i soggetti interessati adottino una strategia difensiva basata su competenza tecnica e legale. In caso di ricezione di avvisi di accertamento o richieste di chiarimenti, i consigli principali sono:
- Verificare con attenzione la documentazione prodotta, includendo fatture, asseverazioni e autorizzazioni edilizie.
- Rivolgersi a professionisti specializzati in diritto tributario e bonus edilizi per predisporre memorie difensive dettagliate.
- Valutare l’eventuale possibilità di mediazione o di accertamento con adesione per ridurre sanzioni e contenziosi.
- In caso di errori imputabili a professionisti o imprese esecutrici, considerare l’azione di rivalsa per danni o risarcimenti.
L’ENEA continua parallelamente a svolgere controlli tecnici a campione sugli interventi realizzati, verificando il rispetto dei requisiti di efficienza energetica dichiarati. In alcuni casi, la magistratura contabile e penale interviene per contrastare frodi più gravi, con sequestri di crediti e procedimenti giudiziari.

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