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Acconto tasse 2025, non a tutti tocca pagarlo: controlla se sei esente

Acconto tasse: chi deve pagarlo?Chi non deve pagare l'acconto sulle tasse? - velaincampania.it

Le nuove regole fiscali 2025 prevedono l’esenzione automatica dall’acconto di novembre per dipendenti e pensionati senza altri redditi.

Con l’avvicinarsi della scadenza fiscale di fine anno, cresce l’attenzione sull’acconto delle tasse di novembre 2025, un appuntamento cruciale per milioni di contribuenti italiani, tra cui lavoratori autonomi, imprenditori, dipendenti e pensionati. Le recenti novità legislative, confermate anche dal Decreto Legislativo n. 155/2024 (Collegato Fiscale), hanno introdotto importanti modifiche che riguardano direttamente chi è tenuto o meno al versamento di questa rata anticipata delle imposte.

Chi è escluso dall’acconto fiscale di novembre 2025

Tra le maggiori novità di quest’anno, spicca l’esclusione dal pagamento dell’acconto di novembre per i lavoratori dipendenti e pensionati che non percepiscono redditi aggiuntivi oltre a stipendio o pensione. Questa deroga, frutto di un tempestivo intervento normativo, è stata voluta principalmente per correggere un’anomalia normativa emersa con la Manovra 2025, che aveva rischiato di gravare eccessivamente su queste categorie a causa della riforma strutturale delle aliquote Irpef, passate da quattro a tre.

Il Governo Meloni, su impulso di segnalazioni provenienti dai sindacati (come Cgil) e dagli uffici Caf, ha assicurato che tale platea non debba anticipare acconti fiscali non dovuti, tutelando così il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati senza redditi ulteriori. L’esenzione si applica automaticamente, senza necessità di presentare istanze o comunicazioni agli enti fiscali o ai sostituti d’imposta.

Pagamento dell'acconto tasse: chi lo evita

Tasse : chi non deve pagare l’acconto? – velaincampania.it

Sono quindi esclusi dall’obbligo di versamento:
– Dipendenti con esclusivo reddito da lavoro dipendente;
Pensionati privi di altre fonti di reddito imponibile.

Restano invece tenuti al versamento i contribuenti che cumulano redditi da lavoro autonomo, incarichi occasionali, o altre entrate imponibili.

Rispetto agli anni passati, il secondo acconto delle imposte dirette (Irpef, Ires, Irap, IVIE, IVAFE, imposta sostitutiva per minimi e forfettari, web tax) presenta alcune innovazioni rilevanti. In particolare, per le persone con partita IVA che nel 2023 hanno dichiarato ricavi o compensi inferiori a 170.000 euro, è stata concessa una proroga al 16 gennaio 2026 per il versamento dell’acconto, con possibilità di rateizzazione in cinque rate mensili a partire dal gennaio 2026, come previsto dalla Legge n. 189/2024 di conversione del DL n. 155/2024. Questa agevolazione non riguarda invece le persone fisiche senza partita IVA, né i contribuenti con ricavi superiori alla soglia indicata.

La scadenza ordinaria per il pagamento dell’acconto era fissata al 30 novembre 2025, spostata al 1° dicembre poiché il 30 cade di domenica. Il versamento deve essere effettuato tramite modello F24, con codici tributo specifici a seconda dell’imposta dovuta (ad esempio 4034 per Irpef, 1791 per regime forfettario, 1841 per cedolare secca, 2703 per web tax).

Le regole sull’importo da versare sono:
– Importi inferiori a 51,65 euro: nessun versamento richiesto;
– Importi tra 51,65 e 257,52 euro: pagamento in un’unica soluzione entro il 1° dicembre 2025;
– Importi pari o superiori a 257,52 euro: pagamento in due rate (40% entro giugno/luglio e 60% entro dicembre 2025), con eccezioni per forfettari e soggetti ISA, che versano in due rate da 50% ciascuna.

La web tax prevede un acconto pari al 30% dell’imposta dovuta per l’anno precedente.

Modalità di riduzione o annullamento dell’acconto e sanzioni per ritardi

Il sistema fiscale consente, in casi specifici, di ridurre o annullare il secondo acconto, adottando un metodo previsionale che tenga conto di un reddito stimato inferiore rispetto all’anno precedente. Tale procedura è particolarmente indicata per chi prevede una consistente diminuzione dei propri guadagni, come nei casi di pensionamento, cambio di lavoro o riduzione dell’attività autonoma.

Restano obbligati al versamento dell’acconto di novembre 2025:
Persone fisiche con partita IVA che svolgono attività d’impresa, arti e professioni (in regime ordinario, forfettario o dei minimi);
Società di persone e di capitali;
– Titolari di redditi da locazione con cedolare secca;
– Contribuenti soggetti a imposte patrimoniali su immobili o attività finanziarie estere (IVIE, IVAFE);
– Soggetti che applicano la web tax;
– Persone che hanno presentato modello 730 senza sostituto d’imposta.

I contribuenti rientranti in queste categorie devono rispettare le scadenze e modalità indicate, sotto pena di sanzioni e interessi.

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