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Redazione Vela in Campania - Vela Latina - Vele d’Epoca
La croncaca del Trofeo De Martino di G. Maraziti

20 settembre 2013
Sorrento ci ha accolto con la solita allegria per la grande festa delle vele d’epoca e classiche che quest’anno ha raggiunto la XXV edizione, ma avvicinandoci al porto, dopo ogni curva e dopo ogni tornante della strada per Marina Piccola, sentiamo calare sui cuori un senso di tristezza  sempre più pesante, pensando che quest’anno non vedremo un volto amico, una persona di grande stile e generosità, ai cui giovani occhi una disperazione di un momento è apparsa incommensurabile e travolgente.

Il Trofeo De Martino è dedicato a Gio’ Antonetti. Tutta la flotta dei partecipanti a questa regata, alla partenza, si è stretta alle due barche condotte dal Comandante e da Renato Antonetti, in quello che è sembrato un gesto di affettuosa partecipazione al loro dolore di padre e fratello.

Ebbene, si parte, la regata ha inizio con un vento all’inizio un pò indeciso, con un leggero moto ondoso, arricchito dalle allegre e spesso dannose onde di motoscafi e traghetti; queste onde , per le barche più piccole, i "gozzetti", sono dei muri che rallentano vistosamente la velocità, fino a fermarli.

Il vento aumenta pian piano, con frequenti raffiche di assestamento, fino a distendersi  sul campo di regata, che paesaggisticamente è uno dei più belli del mondo, definito dalle falesie di Sorrento, le silhouette di Capri, Ischia, Procida, Posillipo e Portici, sorvegliato dal grande Vesuvio, lì a pochi chilometri.

Il sole segue il vento, giocando con le nuvole, finchè queste spariscono, regalandoci  un’altra giornata estiva.

A bordo di Vera anche l’equipaggio segue l’evolversi del tempo, irrigidito dai ricordi della regata di Amalfi, e da un’attenta e nervosa osservazione dei fenomeni meteo, che condiziona la prima parte della regata.

Poi, pian piano, passa ad una serena ed efficiente condotta di gara, un pò condizionata da un fiocco "improprio" , generosamente prestato da Nino Aprea.

Si il fiocco, è diventato il tormentone di Vera : fortunatamente recuperato dai soccorritori in seguito alla scuffia di Amalfi, è incomprensibilmente sparito nei minuti successivi; poi tra ferie di agosto della veleria, incomprensioni con il velaio  e lentezza esasperante dei corrieri sardi, il fiocco giusto ancora non c’è e sono due regate che ci si arrangia grazie agli amici di sempre. Ma la regata per noi è sempre in secondo ordine rispetto alla gioia di rivedere gli amici del Circuito delle Sirene e rispetto al rito che in ogni raduno rievoca il mito della Vela Latina.

Poi, in partenza, siamo attenti ai secondi che passano prima del "via", cerchiamo di stringere bene il vento, orientando le vele seguendo gli allegri segnavento che ne accarezzano i l tessuto, l’occhio all’avversario ed esaltandoci per i sorpassi sopravvento, amareggiandoci per le scelte tattiche sbagliate e per gli inevitabili errori di conduzione del mezzo; ma da noi in Campania la regata è soprattutto una veleggiata tra amici, che vengono cavallerescamente sfidati ad ogni virata; è una veleggiata tra storia e mito, tra arte e cultura nautica ed umanistica : Plinio il vecchio ci ha raccontato della triste storia di Pompei  ed Ercolano, che 2000 anni fa erano cittadine di elevata civiltà, di notevole benessere economico, abitate da grandi appassionati del buon vivere; Capri era già famosa presso i Romani, Imperatori e gente comune, e ville e monumenti sono ancora oggi, buoni testimoni;  Ischia, la regina delle terme e del benessere; Napoli, che ospitò una delle prime nostre sirene, Partenope, è la città del...... basta dire Napoli; poi, allargando la spirale, passando dal Golfo di Pozzuoli a quello di Policastro, tocchiamo gli altri grandi siti della Campania che hanno ispirato la nascita del Circuito delle Sirene. Noi navighiamo proprio qui.

La regata è finita, le barche sono, ormai, tutte in porto, al sicuro; chi festeggia allegramente, chi cura la barchetta, chi lavora in cucina per noi, nello storico cantiere del legno degli Aprea, Cataldo e Nino; siamo tutti ansiosi di tornare nella cattedrale, il cantiere che ha visto nascere oggetti di altissimo artigianato, dove Nino ha respirato il profumo del legno, fin da fanciullo, insieme al fratello e dove il giovane Cataldo si spera possa seguire le orme del nonno, l’ottantatreenne SuperCataldo.

Ci siamo ritrovati nel cantiere Aprea, dove abbiamo visto molte cose belle, assaggiato tante cose buone ed abbiamo sentito un affetto tra molte persone che oggi si sono ritrovate.

Il grande Cataldo Aprea ha dovuto abbandonare l’ascia e cedere volentieri il comando alla bella nuora Anna, che per un giorno, in questo luogo di lavoro, ha dettato la legge della grande ospitalità del sud.

Il profumo della pregevole cucina a volte si confondeva con l’odore del legno, le grandi tavole che diventeranno presto chiglie, prue, ordinate e fasciame di capolavori galleggianti, sono diventate per  una sera il supporto di vassoi, zuppiere e bottiglie, per la gioia dei regatanti, mentre gli occhi si posavano ammirati sulle opere d’arte dei grandi maestri Aprea, sistemate sapientemente come quinte di un palcoscenico da favola. C’era anche l’angolo dei video, dove sono stati proiettati documenti di storia navale e sportiva d’altri tempi.

Insomma, in mare ed in terra,  "questi" sorrentini sono stati capaci di darci un saggio del loro ricco patrimonio storico e culturale e ci hanno saputo indicare dove può portare la strada della sinergia, del meccanismo complesso, fondato su capacità, intelligenza, amore ed altruismo, su cui si possono articolare i rapporti umani.

Per me è stata una esperienza di ulteriore accrescimento umano ed intellettuale; mi auguro di poter accrescere ancora, ma soprattutto, mi auguro di rivedere sorridere nuovamente una madre ed un padre, che per loro fortuna sono anche bravi nonni.

La premiazione è stata allegra e triste, tra la gioia del vincitore e la voce commossa di Mariarosaria Antonetti abbiamo sentito tutte le sfumature possibili, nella gran folla dei regatanti e degli amici di Giò.

Il Trofeo De Martino è giunto alla XXV edizione e doveva essere una gran festa per gli amici sorrentini; venticinque edizioni di questa manifestazione costituiscono proprio un bel medaglione da appuntarsi al petto. La vela latina campana ritrova in Sorrento il luogo d’elezione, e le vele ritornano puntualmente come uccelli migratori. Ma oggi non si può parlare di festa.

Qui, in questa edizione è stato testato un altro regolamento di stazza, quello dell’AIVEL, per tentare di omogeneizzare le prestazioni di tante barche diverse, in occasione di una manifestazione che speriamo in futuro possa essere effettivamente quello che il suo nome pretende : il Campionato del Mediterraneo (per barche a vela latina). E’ andata bene ed il titolo di campione del mediterraneo è stato assegnato, dopo che l’equipaggio ha superato il test antidoping. Il 2013 ha visto il Circuito delle Sirene aprire i suoi campi di regata alle flotte di altre marinerie, soprattutto quelle siciliane, primo risultato di un accordo con la UNIVET, che ha sposato un regolamento di stazza diverso. E noi ? Giovani virgulti della vela latina che non abbiamo un regolamento di stazza proprio, come vogliamo correre ? Ma la domanda è un’altra : verso dove vogliamo correre ? 

Il Circuito delle Sirene sta crescendo anno dopo anno, affinandosi progressivamente, adottando quelle regole che la sportività impone, imparando le regole comprese nel Regolamento della Regata, riconoscendo alla Federazione Italiana Vela l’autorità che le compete, affiliando i vari membri di equipaggio e godendo della presenza di Comitati di Regata di alto livello, ben sapendo di avere in ogni tappa anche un tribunale riconosciuto per l’esame di eventuali proteste; ed infine, ora  abbiamo anche le barche assicurate per la responsabilità civile.

Queste sono solo le basi di partenza per far parte della grande famiglia delle classi da regata riconosciute a livello internazionale, ma questo status non può essere la nostra meta, perchè le nostre imbarcazioni non nascono per fare regate, ma rappresentano autentici gioielli di artigianato ed in quanto tali devono essere valutati, non solo per le prestazioni veliche verificabili durante un campionato.

Il nostro futuro regolamento di stazza ? Vedremo, verificheremo,  ma si dovrà considerare attentamente questo discorso affinchè i nostri incontri diventino raduni di barche storiche e classiche, di un certo tipo, raduni riconosciuti come manifestazioni veliche particolari ed uniche, in cui si dovrà ANCHE regatare.


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    13 - 15 settembre 2013 - Classe Vela Latina - Vele d’Epoca
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