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Cinquantenario dell’olimpiade della vela Napoli1960 - 2010

14 settembre 2010
Nella foto - L’equipaggio azzurro di “Merope III” Agostino Straulino e Carlo Rolandi.
(foto C. Tagliafico)

a cura di Paolo Rastrelli

In occasione del cinquantenario dell’Olimpiade di Roma del 1960, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 10 settembre 2010 ha voluto riunire nei giardini del Quirinale tutti i Campioni Olimpici della storia sportiva italiana unitamente ai medagliati di Roma ’60.

Questa significativa manifestazione nazionale che onora lo Sport e con questo la Vela ci da lo spunto per rievocare i Giochi Velici della XVII Olimpiade che si svolsero nel Golfo di Napoli dal 29 agosto al 7 settembre del 1960.

Espressivo fu allora il saluto ai partecipanti di Beppe Croce, presidente dell’USVI (oggi FIV) e presidente del Comitato Organizzatore delle Regate Veliche, saluto pubblicato sulle pagine della rivista “Yachting Italiano”:

BENVENUTI A NAPOLI

Quarantasei Nazioni iscritte alle Regate della XVII Olimpiade costituiscono un primato assoluto: dopo le 23 di Londra (1948), dopo le 29 di Helsinki (1952), dopo le 26 di Melbourne (1956), ci volevano l’incanto e la magia delle parole “Italia” e “Napoli” per provocare un balzo così deciso del numero delle Nazioni concorrenti alle prove Olimpiche di vela.
Non è immodestia dire che ne siamo orgogliosi e che prevedevamo tale successo; da anni lavoriamo a tale scopo, da anni abbiamo chiesto ai nostri collaboratori un lavoro continuo, costante, gravoso, per poter predisporre, per tanti ospiti, una Olimpiade degna della nostra storia e della nostra antica civiltà.

“OPERAZIONE SOLE MIO”

La lunga fase preparatoria di questo straordinario avvenimento, un lavoro lungo tre anni, fu denominata “Operazione Sole Mio”, e vide impegnate tutte le forze della nostra nazione: dalle istituzioni politiche al CONI, dall’ USVI alla Marina Militare e ai Circoli Nautici partenopei.
Per l’occasione i porticcioli di Posillipo, Santa Lucia e Molosiglio furono ampliati e dragati, i moli adattati e banchinati per accogliere le barche dei regatanti.
Ai Circoli nautici napoletani, che vantano una lunga tradizione di ospitalità, fu affidato il compito più delicato della recezione e dell’accoglienza dei concorrenti.

CLASSI VELICHE AMMESSE A NAPOLI

5.50 metri S.I. - Dragone - Star - Flying Dutchman - Finn

LA SQUADRA AZZURRA

5.50 metri S.I. Voloira (I-27) Piero Reggio (tim.), ligure (39 anni), olimpionico nel 1952
Marco Novaro, ligure (48 anni)
Franco Zucchi, ligure (43 anni)
Dragone Venilia (I-19) Nino Cosentino, (tim.), napoletano (41 anni), olimpionico 1952/56
Antonio Ciciliano, napoletano (28 anni)
Giulio Di Stefano, stabiese
Star Merope III (3810) Agostino Straulino (tim.), giuliano (46 anni), olimpionico 36/48/52/56
Carlo Roland, napoletano (34 anni), olimpionico 1948/56
F.D. Aldebaran III (I-44) Mario Capio (tim.), ligure (36 anni),
Tullio Pizzorno, milanese (39 anni)
Finn Bruno Trani, monfalconese (32 anni)

Riserve: Vittorio Porta, ligure (34 anni), Raffaele Solari, ligure-fiumano (33 anni), Sergio Sorrentino, triestino (36 anni).

RISULTATI UFFICIALI DELLE REGATE VELICHE (medaglie olimpiche e equipaggi italiani)

Classe 5.50 (19 concorrenti)
1° - Minitaur (US-26) U.S.A. - George O’ Day (tim.) (2.4.1.3.1.7.1) p. 6900
2° - Web II (D-10) Danimarca - William Berntsen (tim.) (1.5.5.1.10.8.2) p. 5679
3° - Ballerina IV (Z-37) Svizzera - Henri Copponex (tim.) (3.1.4.5.8.3.13) p. 5120
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11° - Voloira II (I-37) Italia - Pietro Reggio (tim.) (12.10.8.6.3.11.14 p. 2534

Nettissima vittoria degli americani, arrivati a Napoli con uno scafo di recente costruzione che tradiva la fretta con la quale era stato costruito, ma che alla fine è risultato il più veloce e il più completo. Con l’aggiunta di un equipaggio ben affiatato e attento, una serie di vele e di fiocchi dal taglio perfetto ed ecco spiegate le ragioni della sua vittoria. Sorprendente il secondo posto del danese Berntsen e frutto della regolarità delle prove disputate il terzo posto ottenuto dalla Svizzera.
Gli italiani sono venuti meno sotto tutti i punti vista: il timoniere non è riuscito a far rendere la barca, a volte è partito malissimo e non è stato capace di rimontare, altre volte è naufragato in zone di vento scarso o di bonaccia. L’equipaggio ha fatto vedere manovre poco ortodosse con lo spinnaker, scotte incattivate, nervosismo e disattenzione.
“A pensare che in altre occasioni almeno la metà dei dieci avversari che precedono Voloria in classifica sono stati chiaramente e facilmente battuti”.

Classe Dragone (27 concorrenti)
1° - Nirefs (GE-3) Grecia - SAR Costantino (tim.) (10.3.3.1.4.2.4) p. 6733
2° - Tango (A-34) Argentina - Jorge Salas Chaves (tim.) (15.1.2.5.2.sq.10) p. 5715
3° - Venilia (I-19) Italia - Nino Cosentino (tim.) (5.2.1.2.11.14.sq) p. 5704

I pronostici della vigilia davano per certa la vittoria dell’equipaggio italiano e dopo le prime quattro prove la vittoria sembra rendersi concreta. Invece, nelle tre rimanenti giornate di regate Nino Cosentino si è perso e con lui tutto l’equipaggio. Il 14° posto nella sesta disastrosa prova segna l’inizio del dramma umano del nostro consumato campione, schiacciato dal peso di una responsabilità diventata più grande di lui, non riesce a venirne più fuori.
“Ancora oggi non ci riesce di capire come possa aver fatto. Neppure se corresse tutta la vita contro gli stessi avversari, Cosentino riuscirebbe ad arrivare quattordicesimo; una cosa che ci ha lasciato di stucco. Addio medaglia d’oro; restava però quella d’argento. Al colpo di cannone dell’ultima prova, il Venilia era libero, sottovento, e Cosentino non ha indugiato; si è portato verso terra; la Grecia e gli altri non li interessavano. Dannato bordeggio verso terra! Quando si è portato all’incrocio non ce l’ha fatta a passare di prua al primo. Tutti quelli che lo potevano, non hanno perso l’occasione per virargli sulle vele. Era si e no quinto e la Grecia subito alle sue spalle.
“Ce la farà ancora”, pensavano con noi i meno scettici, nulla. Niente da fare per la medaglia d’oro, ma neppure per quella d’argento.
All’arrivo, infatti, la Danimarca ha protestato contro di noi. La squalifica inflittaci dalla giuria, ha retrocesso al terzo posto gli azzurri Cosentino - Ciciliano - Di Stefano. Una semplice medaglia di bronzo, dopo aver a lungo sperato in quella d’oro e dopo aver ripiegato (già a malincuore) su quella d’argento.


Classe Star (26 concorrenti)
1° - Tornado (SR-3802) U.R.S.S. - Timir Pinegin (tim.) (1.2.1.1.3.5.5) p. 7619
2° - Ma’ Lindo (P-3954) Portogallo - Mario G. Quina (tim.) (3.3.8.2.5.1.3) p. 6665
3° - Shrew (US-3871) U.S.A. - William Parks (tim.) (9.7.4.3.2.4.1) p. 6269
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4° - Merope III (I-3810) Italia - Agostino Straulino (tim.) (4.4.5.10.1.2.7) p. 6047

Fino all’ultimo giorno l’equipaggio italiano Straulino e Rolandi su Merope III potevano sperare in una medaglia di bronzo. Dopo un inizio poco brillante con risultati normali di ordinaria amministrazione che non li poneva certo ai vertici della classifica, i nostri azzurri hanno avuto, dopo il riposo, un crescendo formidabile (…si è detto dovuto al cambio delle vele) con una vittoria e un secondo posto. Straulino, nella settima prova, con un bis degli ultimi risultati ed un passo falso dei diretti avversari, poteva ancora sperare nella medaglia d’argento. Tutto questo non si è avverato e
l’Italia è quarta a ridosso del podio che ha visto più in alto di tutti l’outsider russo Timir Pinegin dominatore assoluto nella classe Star.


Classe Flying Dutchman (31 concorrenti)
1° - Sirene (N-5) Norvegia - Peder Lunde (tim.) (2.2.10.5.1.3.10) p. 6774
2° - Skum (D-4) Danimarca - Hans M. Fogh (tim.) (7.18.1.8.5.1.13) p. 5991
3° - Macky VI (G-199) Germania - Bolf Mulka (tim.) (3.10.13.2.sq.6.1) p. 5882
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11° - Aldebaran II (I-44) Italia - Mario Capio (tim.) (rt.4.2.sq.12.5.17) p. 4049

In barba a tutti i pronostici gli sconosciuti norvegesi Lunde - Bergvall hanno vinto meritatamente la medaglia d’oro. Questo risultato è stato considerato la più grande sorpresa di Napoli, cosi come una grande sorpresa è stata la sconfitta degli azzurri Capio - Pizzorno incappati in una serie di disavventure a terra (operazioni di stazza) e in acqua (esclusione e squalifica) che ne hanno definitivamente minato il morale e fiaccate le speranze. A nulla sono serviti i suoi migliori risultati, un quarto e un secondo posto rispettivamente nella seconda e terza prova.

Classe Finn (35 concorrenti)
1° - Danimarca (167) - Paul B. Elvström ( 1.5.1.2.5.1.np) p. 8171
2° - U.R.S.S. (163) - Alexander Chuchelof (7.1.2.10.17.2.8) p. 6520
3° - Belgio (145) - Andrè Nelis (2.2.12.24.3.15.4) p. 5934
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14° - Italia (154) - Bruno Trani (9.9.17.27.8.rt.7) p. 3553

Napoli ha dato al fenomenale timoniere danese Paul Elvström, uno dei più grandi talenti della Vela mondiale, la sua quarta medaglia d’oro consecutiva come singolista.
Un pronostico relativamente facile e confermato in pieno dai risultati finali: non è neppure sceso in acqua nella settima ed ultima prova. Il russo Alexander Chuchelov, costante e regolare, è stato la grande sorpresa tra i Finn.
Dopo un inizio disinvolto, l’italiano Bruno Trani, s’è perso anche lui “stregato da quella specie di fluido ammaliatore che ha imbambolato tutti gli azzurri”.

CONCLUSIONI
Sotto il profilo organizzativo la Vela Italiana ha vinto una grande battaglia. Gli entusiastici commenti della stampa nazionale ed estera hanno definito l’Olimpiade di Roma e quella di Napoli, la sola in sede decentrata, “un capolavoro di serietà organizzativa”.

Purtroppo, i risultati agonistici per i nostri colori non sono stati all’altezza di quelli organizzativi. Le tante e belle promesse della vigilia fondate su risultati formidabili ottenuti nei tre anni precedenti in campo internazionale, avevano creato un sereno e fiducioso ottimismo che è andato deluso.
Una sola medaglia di bronzo non è quello che ci si aspettava perchè con dati alla mano, sapevamo che Nino Cosentino e Mario Caprio potevano lottare per la medaglia d’oro e Tino Straulino, almeno, per quella d’argento. I risultati di Napoli, nella loro cruda realtà, non ci hanno fatto svegliare da un sogno, ma ci hanno confermato, ancora una volta, quale peso e quale importanza abbiano i fattori psicologici, e come - specialmente quando si occupa il ruolo di favoriti - sia difficile tenere i nervi saldamente a posto”.
Nella foto in basso la squadra olimpica quasi al completo.
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