La società finlandese Oura ha intensificato la sua battaglia legale contro alcuni colossi del settore tecnologico.
Nel panorama sempre più competitivo degli smart ring, la società finlandese Oura ha intensificato la sua battaglia legale contro alcuni colossi del settore tecnologico, portando in tribunale Samsung e altri tre concorrenti per presunta violazione di brevetti fondamentali. Con questa mossa, Oura intende affermarsi come il principale custode della proprietà intellettuale relativa a questa categoria di dispositivi indossabili, cercando di ottenere il riconoscimento dei propri diritti e royalty economicamente rilevanti.
Oura contro i giganti della tecnologia: l’accusa di violazione brevetti
Nel dettaglio, Oura ha formalizzato una causa legale negli Stati Uniti contro Samsung, Zepp Health, Reebok e Nexxbase Marketing — quest’ultima nota soprattutto per il marchio indiano Noise — accusandoli di importazione e commercializzazione illegale di smart ring che violerebbero brevetti detenuti dalla società finlandese. L’azione legale è stata annunciata ufficialmente attraverso un post sul blog aziendale di Oura, evidenziando come il fulcro della disputa sia una particolare soluzione ingegneristica brevettata dall’azienda.

Cosa sostiene l’accusa (www.velaincampania.it)
Il brevetto contestato riguarda la disposizione interna dei componenti elettronici, come circuiti stampati flessibili, batterie e sensori, inseriti nell’intercapedine tra lo strato interno e quello esterno dell’anello. Questa configurazione, che sfrutta componenti curvi, consente di mantenere il dispositivo sottile e confortevole da indossare, un elemento chiave per il successo commerciale degli smart ring. La maggior parte dei concorrenti, per ragioni ergonomiche e tecniche, impiega un design simile, rendendo la disputa particolarmente delicata e strategica.
L’approccio di Oura non sembra volto semplicemente a bloccare le vendite dei concorrenti, ma piuttosto a utilizzare la leva legale e quella della U.S. International Trade Commission per costringere le aziende rivali a stipulare accordi di licenza. Questo meccanismo garantirebbe a Oura il pagamento di royalty per ogni dispositivo venduto negli Stati Uniti, rafforzando così la propria posizione economica sul mercato.
Questa tattica ha già dato risultati con brand minori come Circular, Ringconn e OMATE, che hanno scelto di accordarsi con Oura per proseguire la loro attività commerciale senza ulteriori contenziosi. Tuttavia, il caso Samsung rappresenta un banco di prova ben più impegnativo, data la statura globale e la potenza economica del colosso sudcoreano.
Il rapporto tra Oura e Samsung è stato teso negli ultimi mesi. Nel 2024, Samsung aveva provato a bloccare preventivamente l’azione di Oura, sostenendo che i brevetti finlandesi fossero eccessivamente ampi e tentassero di rivendicare caratteristiche generiche comuni a tutti gli smart ring. Tuttavia, la causa promossa da Samsung era stata archiviata da un giudice federale all’inizio del 2025, aprendo la strada alla controffensiva di Oura.
Samsung, con la sua solida struttura legale e finanziaria, potrebbe scegliere di combattere la battaglia in tribunale per invalidare i brevetti piuttosto che pagare licenze, segnando un confronto destinato a protrarsi nel tempo. Nel frattempo, anche altre aziende come Ultrahuman resistono, appellandosi contro ordini di cessazione delle vendite imposti dall’azione legale di Oura.

Samsung nei guai (www.velaincampania.it)






