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Manovra 2026, Salvini fa infuriare i proprietari: “Chi ha 50 case paghi di più”

salvini case maggiori pagamentiSalvini fa arrabbiare i proprietari di case (www.velaincampania.it - X Agenzia Ansa)

Continua il dibattito sulla cedolare secca al 26% per gli affitti brevi, una misura inserita nella Manovra finanziaria.

Continua il dibattito sulla cedolare secca al 26% per gli affitti brevi, una misura inserita nella Manovra finanziaria che ha già acceso le polemiche tra i principali esponenti politici italiani. La proposta mira a incrementare la tassazione sugli immobili affittati attraverso piattaforme come Airbnb e Booking, ma incontra resistenze soprattutto da parte di chi sostiene che l’aumento rischi di penalizzare i piccoli proprietari.

Le posizioni politiche sul rialzo della tassazione per gli affitti brevi

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso un netto dissenso nei confronti dell’aumento dal 21 al 26% della cedolare secca destinata agli host degli affitti brevi. Salvini ha sottolineato che una maggior tassazione potrebbe essere tollerabile per chi possiede numerosi immobili, ma diventa ingiusta per chi detiene uno o due appartamenti, spesso utilizzati per integrare redditi o pensioni. «Se uno ha 50 case può pagare qualcosa in più. Ma molti italiani affittano il loro bilocale o l’appartamento ereditato per necessità, quindi tassare questi casi non è né utile né intelligente», ha spiegato il leader del Carroccio.

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Case, perché si è accesa la polemica (www.velaincampania.it)

Anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, si è schierato contro la misura, definendola un provvedimento iniquo che potrebbe penalizzare ingiustamente i proprietari di immobili a uso abitativo. Tajani ha ribadito la necessità di tutelare chi utilizza gli affitti brevi come fonte di reddito accessorio, evitando di gravare eccessivamente su queste categorie.

In netto contrasto, la ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha difeso la norma presente nella Manovra, sottolineando come essa possa contribuire a una maggiore equità fiscale. La Santanché ha tuttavia manifestato apertura a possibili modifiche al testo, lasciando spazio a un confronto costruttivo all’interno della maggioranza.

Secondo le stime ufficiali, l’incremento della cedolare secca dal 21 al 26% dovrebbe garantire allo Stato un gettito aggiuntivo di circa 102 milioni di euro nel 2025, che si andrebbero a sommare ai 956 milioni già incassati nel 2024 dagli affitti brevi. Questo aumento di risorse è visto dal governo come un contributo necessario per sostenere le finanze pubbliche, ma il dibattito politico riflette la complessità di trovare un equilibrio tra esigenze fiscali e tutela dei piccoli proprietari.

Le discussioni all’interno della maggioranza hanno portato a ipotesi di compromesso. In particolare, si sta valutando la possibilità di applicare la cedolare secca al 26% solo a chi possiede più di uno o due immobili destinati agli affitti brevi, escludendo quindi chi gestisce una singola unità abitativa. Questa proposta potrebbe rappresentare una soluzione di mediazione, cercando di coniugare la necessità di maggiori entrate fiscali con la tutela delle fasce più deboli di proprietari.

Negli ultimi anni, il mercato degli affitti brevi ha subito un’espansione significativa, grazie soprattutto all’intermediazione di piattaforme digitali come Airbnb e Booking. Questi strumenti hanno facilitato l’accesso di molti cittadini alla possibilità di affittare temporaneamente immobili, trasformando spesso piccoli appartamenti in fonti di reddito integrativo.

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