Sono state ufficializzate importanti novità nel contratto collettivo nazionale per il comparto delle Funzioni locali.
Sono state ufficializzate importanti novità nel contratto collettivo nazionale per il comparto delle Funzioni locali, con l’obiettivo di rendere più attrattivo il lavoro nella Pubblica Amministrazione e contrastare la crescente difficoltà nel trattenere i giovani dipendenti. L’intesa, siglata lo scorso 3 novembre dall’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e da alcune organizzazioni sindacali, introduce tra le principali innovazioni la possibilità di adottare la settimana corta di quattro giorni, nuovi aumenti salariali e la concessione dei buoni pasto anche in smart working.
Settimana corta: flessibilità e qualità della vita per i dipendenti pubblici
La misura più significativa riguarda la sperimentazione della settimana lavorativa ridotta a quattro giorni senza alcuna riduzione dello stipendio, mantenendo inalterate le 36 ore settimanali. Questa innovazione mira a migliorare la qualità della vita dei dipendenti pubblici, offrendo maggiore flessibilità nell’organizzazione del proprio tempo e favorendo un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.

In cosa consiste (www.velaincampania.it)
Il presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo, ha evidenziato come questa trasformazione rappresenti una sfida e un’opportunità per la pubblica amministrazione: «L’accordo raggiunto è un equilibrio equilibrato tra le legittime aspettative del personale e la sostenibilità del sistema, con innovazioni che dimostrano la capacità della contrattazione pubblica di adeguarsi alle trasformazioni del lavoro contemporaneo, mantenendo l’efficienza dei servizi».
Tuttavia, si sottolinea che per alcune categorie, come il personale scolastico, la settimana corta risulta difficile da applicare a causa dell’impossibilità di modificare i calendari scolastici e la continuità didattica. Per gli insegnanti, infatti, ridurre i giorni di lavoro potrebbe compromettere la regolarità delle lezioni.
Parallelamente, la settimana corta è già stata adottata nel settore militare. Secondo una recente circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito, il personale militare può lavorare su un modello di quattro giorni settimanali, previa autorizzazione del Comandante di Corpo, che può estendere la decisione a una singola unità o a un intero reparto in base a specifiche esigenze istituzionali. Questa misura, voluta dalle rappresentanze sindacali militari, rappresenta un passo importante verso una maggiore flessibilità anche in ambiti tradizionalmente rigidi.
Il nuovo contratto prevede un incremento medio degli stipendi pari a circa 136,76 euro mensili per tredici mensilità, con un’attenzione particolare ai titolari di incarichi ad alta qualificazione: il tetto salariale massimo passa dagli 18 mila euro previsti in precedenza a 22 mila euro. Questa revisione mira a valorizzare le competenze specialistiche e a trattenere professionalità strategiche all’interno della Pubblica Amministrazione.
Un’altra novità importante riguarda la promozione di politiche di gestione delle risorse umane che tengano conto dell’età anagrafica del personale, incentivando la collaborazione intergenerazionale e lo scambio reciproco di competenze. Si tratta di un approccio innovativo che punta a valorizzare sia l’esperienza dei lavoratori più anziani sia la freschezza delle nuove generazioni, favorendo un ambiente di lavoro inclusivo e dinamico.

Dipendenti pubblici, che novità (www.velaincampania.it)






