Questi elementi evidenziano come la condizione di single in Italia rappresenti una sfida economica non indifferente.
Nel contesto sociale ed economico italiano attuale, la scelta o la necessità di vivere da soli comporta un significativo impatto finanziario.
Sono quasi 9 milioni gli italiani che nel 2025 vivono da soli, con un incremento del 35% rispetto al 2021, e questa condizione si traduce in una spesa mensile mediamente superiore rispetto a quella di chi condivide il nucleo familiare. Analizziamo in dettaglio i costi e le agevolazioni disponibili per chi affronta la vita da single.
Il peso economico di una vita in solitudine
La “tassa” nascosta per i single si traduce in una spesa aggiuntiva di circa 564 euro al mese, derivante dal fatto che tutte le spese di affitto o mutuo, utenze, alimentazione e altri consumi ricadono su una sola persona. Secondo le più recenti stime ISTAT, vivere da soli costa mediamente 1.972 euro mensili.
Il costo principale è rappresentato dall’abitazione, con affitti che oscillano tra 500-600 euro nelle città di dimensioni medio-piccole e superano quota 1.000 euro nelle grandi metropoli. A ciò si aggiungono le utenze energetiche – luce, gas e acqua – per circa 150 euro al mese, la tassa sui rifiuti (Tari), e i costi della spesa alimentare che, secondo Coldiretti, ammontano mediamente a 337 euro mensili, superiori rispetto alla spesa pro capite nei nuclei familiari più numerosi.
Il mercato alimentare evidenzia inoltre una difficoltà nel reperire formati adeguati per chi vive da solo, costringendo all’acquisto di confezioni più grandi o di prodotti pronti, spesso più costosi. Anche nel settore immobiliare, la domanda di abitazioni di metratura ridotta ha inciso sull’aumento degli affitti per monolocali e bilocali, soprattutto nelle zone centrali delle città.
Qual è il reddito necessario per sostenere una vita da single?
Per far fronte alle spese di affitto, utenze, alimentazione e altre necessità come abbigliamento, trasporti e tempo libero, un single dovrebbe disporre di uno stipendio mensile minimo compreso tra 1.250 e 1.300 euro.

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Tuttavia, per affrontare eventuali imprevisti e garantirsi un margine di risparmio, si raccomanda un reddito di almeno 1.600-1.800 euro. Gli esperti suggeriscono di non destinare più del 30-35% dello stipendio all’affitto o al mutuo, per mantenere una gestione equilibrata delle finanze personali.
Agevolazioni e bonus a disposizione dei single
Nonostante molte agevolazioni siano rivolte principalmente alle famiglie con figli, anche chi vive da solo può accedere a diverse misure di sostegno.
Tra queste, il bonus ristrutturazione consente una detrazione fiscale fino al 50% per i lavori sulla prima casa, mentre le agevolazioni per i giovani under 36 prevedono una garanzia statale sul mutuo prima casa. Per gli affittuari under 31 è possibile ottenere una detrazione sul canone di locazione fino a 2.000 euro, variabile in base al reddito.
Per quanto riguarda le utenze domestiche, il bonus bollette offre sconti su luce e gas per chi ha un Isee inferiore a 9.530 euro annui, e un’analoga agevolazione è prevista per la Tari, con uno sconto fino al 25%. In caso di difficoltà occupazionale, strumenti come l’Assegno di Inclusione o l’indennità di disoccupazione sono disponibili per sostenere i single in cerca di lavoro. Inoltre, il bonus psicologo rappresenta un’opportunità per accedere a sedute di terapia con voucher calibrati sull’Isee.
Le strategie per contenere le spese per chi vive da solo includono la condivisione dell’abitazione con coinquilini, la scelta di soluzioni abitative in periferia ma ben servite dai mezzi pubblici, e una rigorosa pianificazione del budget mensile.

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