Le castagne fanno ingrassare? L’esperto suggerisce quante mangiarne a dieta. Ecco qual è la quantità giusta per non prendere peso.
Con l’arrivo dell’autunno, l’appetito per le castagne è tornato prepotentemente protagonista sulle tavole italiane. Frutto dalla tradizione antica e ricco di nutrienti, le castagne sono spesso al centro di dibattiti sul loro impatto sulla linea. Recenti approfondimenti forniscono chiarimenti utili sul loro consumo, soprattutto in un regime alimentare controllato. Il dottor Simone Gabrielli, nutrizionista di riferimento, ha fornito indicazioni aggiornate su come e quanto inserirle in una dieta equilibrata.
Castagne e controllo del peso: quante mangiarne a dieta?
Le castagne sono un concentrato di energia naturale, caratterizzate da un alto contenuto di carboidrati complessi, con pochi grassi e proteine limitate. A differenza della frutta fresca o dei semi oleosi, esse rappresentano una fonte glucidica alternativa a pasta, pane o patate. Ricche di fibre, potassio, magnesio e vitamine del gruppo B, le castagne favoriscono il benessere intestinale grazie all’azione positiva sul microbiota.
“Le castagne hanno un buon potere saziante e possono contribuire a mantenere in salute l’intestino,” spiega Gabrielli, sottolineando l’importanza delle fibre contenute nel frutto. Dal punto di vista calorico, 100 grammi di castagne fresche apportano circa 170 calorie, mentre quelle secche superano le 300 calorie a causa della concentrazione dovuta alla perdita d’acqua.
La domanda più frequente riguarda l’effetto delle castagne sul peso corporeo. Il dottor Gabrielli rassicura: “Le castagne non fanno ingrassare di per sé, ma è fondamentale considerare le quantità e il contesto alimentare in cui vengono consumate.” Essendo una fonte di carboidrati, è consigliabile evitare di abbinarle ad altre fonti glucidiche nello stesso pasto per prevenire un eccesso calorico.
Per chi segue una dieta ipocalorica, l’esperto consiglia di limitare lo spuntino a 3-5 castagne, equivalenti a circa 20-30 grammi di prodotto sbucciato. Se vengono utilizzate come parte del pasto principale, possono sostituire cereali o pane, con una porzione che può arrivare a 80-100 grammi. Tale quantità, naturalmente, va adattata in base al fabbisogno energetico individuale, allo stile di vita e all’attività fisica praticata.

Mangiare castange e non ingrassare: la giusta quantità – velaincampania.it
Le castagne sono particolarmente indicate come spuntino pre-allenamento, da consumare un’ora e mezza prima dell’attività fisica, per garantire energia duratura. Una colazione alternativa e bilanciata potrebbe prevedere 30-40 grammi di castagne sbriciolate in yogurt greco naturale, arricchito con burro di mandorle e frutta fresca, per un pasto ricco di vitamine, sali minerali e fibre.
Come integrare le castagne in un piano alimentare equilibrato
Le castagne possono essere preparate in molteplici modi: bollite, arrostite, al vapore, o usate come ingrediente in zuppe, minestre e piatti unici. Il nutrizionista consiglia abbinamenti strategici per mantenere stabile la glicemia e migliorare l’assorbimento dei nutrienti.
“Accostarle a legumi o latticini magri è un’ottima soluzione per creare un piatto completo, ricco di carboidrati, proteine e fibre,” suggerisce Gabrielli. Inoltre, le castagne sono naturalmente prive di glutine, il che le rende adatte anche a chi segue una dieta gluten free.
La farina di castagne, prodotta da frutti essiccati di stagione, è un altro alimento versatile: ideale per realizzare pasta fresca, crêpes, pancakes, biscotti e dolci tradizionali come il castagnaccio toscano. Questa farina apporta una dolcezza naturale che permette di limitare o eliminare l’uso di zuccheri aggiunti.
Per ottimizzare l’apporto nutrizionale e mantenere sotto controllo la glicemia, è consigliabile abbinare le castagne a fonti proteiche ad alto valore biologico (carne, pesce, formaggi, legumi) e una piccola quota di grassi “buoni” come olio extravergine d’oliva, avocado o una manciata di semi oleosi (noci, mandorle, nocciole). Questo mix aumenta la sazietà e modera la risposta insulinica.