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Latte e formaggi contaminati da microplastiche: studio svela quali sono i prodotti ad alto rischio

pericolo di microplastiche in latte e formaggiLatte e formaggi: rischio di contaminazione da microplastiche - velaincampania.it

Pericolo di contaminazione da microplastiche per latte e formaggi: lo studio rivela i rischi e quali sono i formaggi interessati.

Un recente studio condotto dall’Università degli Studi di Padova, tra le più antiche e prestigiose istituzioni accademiche italiane, ha rilevato la presenza diffusa di microplastiche nei prodotti lattiero-caseari, tra cui latte e formaggi, suscitando preoccupazioni per la sicurezza alimentare e la salubrità dei prodotti consumati quotidianamente dagli italiani.

La ricerca sulle microplastiche nei prodotti lattiero-caseari

Pubblicata sulla rivista scientifica internazionale npj Science of Food, la ricerca ha analizzato un totale di 28 campioni di prodotti lattiero-caseari, comprendenti 10 formaggi freschi (con stagionatura inferiore a un mese), 14 formaggi stagionati (superiori a quattro mesi) e campioni di latte confezionato. Le analisi sono state eseguite in una camera bianca di classe 7, ambiente controllato per evitare contaminazioni esterne, garantendo così l’affidabilità dei risultati.

La scoperta ha evidenziato che ben 26 su 28 campioni contenevano tracce di microplastiche. Le particelle rilevate sono principalmente frammenti di PET (polietilene tereftalato), polietilene e polipropilene, materiali di uso comune negli imballaggi alimentari. Le dimensioni delle microplastiche erano inferiori a 150 micrometri, con una concentrazione che variava da circa 350 microparticelle per chilogrammo nel latte a oltre 1.200 MP/kg nei formaggi freschi, fino a quasi 1.900 MP/kg nei formaggi stagionati.

latte e formaggi e rischio di contaminazione da micropalstiche

Il pericolo della contaminazione da microplastiche per latte e formaggi – velaincampania.it

Le microplastiche sono particelle minuscole, generalmente di dimensioni comprese tra 1 e 5 millimetri, che derivano sia dalla degradazione di materiali plastici più grandi sia da processi industriali direttamente connessi alla produzione e lavorazione. L’inquinamento da microplastiche è un problema ambientale globale: queste particelle contaminano mari, fiumi e laghi, vengono ingerite dalla fauna acquatica e, attraverso la catena alimentare, possono arrivare anche all’uomo.

Nel caso specifico dei prodotti lattiero-caseari, le microplastiche non derivano solo dal packaging esterno, ma soprattutto dai processi produttivi. Fasi come la pressatura, il taglio, la manipolazione e il confezionamento possono essere fonti di contaminazione. Superfici di contatto, guarnizioni, impianti, film plastici e persino l’aria all’interno degli stabilimenti possono contribuire al rilascio di particelle di plastica.

Microplastiche e salute umana: quali rischi?

Nonostante la vasta letteratura sugli effetti ambientali delle microplastiche sia ben consolidata, gli studi sugli effetti diretti sulla salute umana sono ancora insufficienti e inconcludenti. Il gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, pur evidenziando la presenza significativa di queste particelle nel latte e nei formaggi, non si è espresso in merito a potenziali rischi per la salute.

Tuttavia, ricerche più recenti indicano che le microplastiche possono creare rischi per la fertilità e per le arterie, come segnalato nel giugno 2025 da studi emergenti. Inoltre, il consumo di acqua in bottiglia è stato associato ad un’assunzione di microplastiche significativamente superiore rispetto all’acqua del rubinetto, contribuendo così a un’esposizione complessiva maggiore a queste sostanze.

In attesa di approfondimenti scientifici più dettagliati, è importante che i consumatori siano informati sull’eventuale presenza di microplastiche nei cibi e adottino comportamenti consapevoli nella scelta degli alimenti.

Il settore lattiero-caseario italiano, noto per la sua qualità e tradizione, è chiamato a fronteggiare nuove sfide legate all’inquinamento da microplastiche. Le autorità sanitarie e i produttori sono stimolati a migliorare le procedure di lavorazione, adottando misure più rigorose per limitare la contaminazione delle materie prime e dei prodotti finiti.

Questo allarme scientifico si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sui rischi ambientali e sanitari legati alla plastica, che vede coinvolti anche altri settori, come evidenziato da recenti dati che sottolineano l’esposizione a microplastiche attraverso l’acqua e altri alimenti. Il tema, ancora poco esplorato, richiede un impegno congiunto di ricerca, regolamentazione e informazione per tutelare la salute pubblica.

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