Sono in arrivo importanti novità che riguardano il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento da parte dell’INPS.
Fino a poco tempo fa, una delle condizioni spesso richieste per ottenere tale indennità era il rischio effettivo di caduta o la dimostrazione di una grave compromissione della mobilità. Tuttavia, con le recenti modifiche normative e le interpretazioni giurisprudenziali aggiornate, l’INPS non potrà più negare l’indennità semplicemente perché non si è in grado di dimostrare il rischio di caduta.
Questa evoluzione è particolarmente rilevante per i cittadini che necessitano di supporto per gravi disabilità o condizioni di salute che limitano l’autonomia personale, senza la necessità di dover provare situazioni di pericolo imminente come le cadute.
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica riconosciuta a chiunque abbia una grave diminuzione dell’autonomia personale, che richiede la presenza continuativa di un accompagnatore per compiere gli atti quotidiani della vita. Tradizionalmente, uno dei criteri per la concessione riguardava la dimostrazione, anche indiretta, del rischio di cadute o incidenti, elemento che spesso complicava l’accesso al beneficio.
Con l’aggiornamento delle linee guida e delle prassi INPS, si è stabilito che non è più necessario dimostrare tale rischio per avere diritto all’indennità. Questa semplificazione rappresenta un passo avanti per molti assistiti, eliminando un ostacolo burocratico che spesso rallentava l’accesso a un sostegno economico fondamentale.
Inoltre, l’INPS ha rafforzato le procedure per la valutazione clinica delle domande, affidandosi a criteri più oggettivi e meno soggettivi, in linea con le indicazioni della rete socio-sanitaria nazionale e regionale.
Il ruolo dei caregiver e l’assistenza domiciliare integrata
Parallelamente a queste novità, cresce l’importanza del ruolo del caregiver, figura fondamentale nel sistema di assistenza a domicilio. La pubblicazione “Io caregiver dalla A alla Z” realizzata dall’ASL di Brescia nel 2015, rimane un punto di riferimento per comprendere le esigenze e le sfide di chi assiste persone fragili.
L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è un servizio gratuito, promosso dalle ASL in collaborazione con i Comuni, finalizzato a garantire cure e assistenza a domicilio per persone di ogni età con perdita parziale o totale di autonomia, evitando ricoveri non necessari. L’ADI si basa su un piano assistenziale individualizzato (PAI) e rappresenta un valido supporto per chi beneficia dell’indennità di accompagnamento, offrendo prestazioni personalizzate che migliorano la qualità della vita.
Per attivare l’ADI è fondamentale la prescrizione del medico di famiglia o del pediatra e la successiva valutazione da parte dei servizi sociali e sanitari competenti. Grazie a questa integrazione tra assistenza sanitaria e sociale, si riesce a contenere la fragilità e a sostenere concretamente sia la persona assistita sia il caregiver.

Aggressività e fragilità: un’attenzione particolare alle demenze(www.velaincampania.it)
Uno degli aspetti più delicati nell’assistenza domiciliare riguarda la gestione del comportamento aggressivo, spesso sintomo di patologie neurologiche come l’Alzheimer o altre forme di demenza. Le persone con queste condizioni possono manifestare comportamenti violenti o agitazione, che rappresentano una sfida sia per i caregiver sia per i professionisti sanitari.
Come evidenziato nella letteratura dedicata e nelle esperienze raccolte, l’aggressività è spesso una reazione alla paura o alla frustrazione, fenomeni che richiedono un approccio empatico e strumenti specifici per la prevenzione e la gestione. È fondamentale comprendere che questi comportamenti derivano dalla malattia e non dalla volontà del paziente.
L’attenzione a questi aspetti è cruciale per garantire un’assistenza efficace e umana, e si inserisce nel più ampio contesto di supporto che comprende anche l’accesso alle prestazioni economiche come l’indennità di accompagnamento.
Strumenti e ausili per l’assistenza domiciliare
Nei casi di allettamento prolungato o di grave riduzione dell’autonomia, è importante l’utilizzo di presidi specifici che migliorano il comfort e riducono le complicanze. Tra questi spiccano il letto articolato e il materassino antidecubito, dispositivi fondamentali per prevenire le piaghe da decubito e altre complicanze legate all’immobilità.
Anche la sedia comoda rappresenta un aiuto indispensabile per chi è costretto a trascorrere molto tempo a letto o ha difficoltà di movimento, facilitando la gestione delle funzioni fisiologiche senza dover ricorrere a continui spostamenti.
Per ottenere questi ausili, la richiesta deve essere indirizzata al medico di medicina generale, che valuta la situazione clinica e prescrive le necessarie forniture.

L’Indennità di Accompagnamento: cosa cambia?(www.velaincampania.it) 







