L’Italia si conferma tra i Paesi europei con le bollette dell’energia più onerose per le famiglie, nonostante il calo dei prezzi del gas.
Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, infatti, il costo dell’elettricità resta tra i più alti in rapporto al potere d’acquisto, mentre l’incidenza di tasse e imposte sulle fatture continua a gravare pesantemente sui consumatori italiani.
La fotografia economica europea mostrata da Eurostat evidenzia come l’Italia occupi il terzo posto tra gli Stati membri con il prezzo più elevato dell’energia elettrica per le famiglie, una posizione che emerge soprattutto se si considera il rapporto tra il costo e il reddito medio degli italiani. Il prezzo nominale più alto per 100 kWh si registra in Germania (38,35 €), seguita da Belgio e Danimarca, ma è nel confronto in termini di Standard di Potere d’Acquisto (SPA) che l’Italia diventa tra le più svantaggiate, con un valore di 34,40 SPA. Solo la Repubblica Ceca (39,16 SPA) e la Polonia (34,96 SPA) superano il nostro Paese in questa graduatoria.
Nonostante la stabilità generale dei prezzi europei dell’elettricità, con un leggero calo dello 0,5% rispetto alla seconda metà del 2024, le famiglie italiane continuano a pagare tariffe significativamente più alte rispetto al proprio potere d’acquisto, aggravate da una struttura fiscale particolarmente pesante.
Il gas cala in Europa, ma resta caro per le famiglie italiane
Mentre il mercato europeo del gas mostra segnali di miglioramento con un calo medio dell’8,1% e un prezzo di riferimento a 11,43 € per 100 kWh, la situazione per i consumatori italiani rimane tutt’altro che favorevole. Il costo del gas, rapportato al potere d’acquisto, si attesta infatti a 12,96 SPA, molto sopra la media europea e ben distante dai livelli più bassi registrati in Paesi come l’Ungheria (4,43 SPA) e la Croazia (6,47 SPA).
Le differenze tra i Paesi sono marcate: la Svezia presenta i prezzi più elevati (21,30 €), mentre l’Ungheria si conferma il Paese con i costi più contenuti (3,07 €). L’Italia, pur collocandosi in una posizione intermedia, non riesce a beneficiare appieno della discesa dei prezzi all’ingrosso a causa di altre componenti che incidono sul costo finale.

Tasse e imposte: il peso crescente sulle bollette(www.velaincampania.it)
Un elemento decisivo che determina la persistenza di bollette elevate è l’aumento della quota di tasse e imposte che gravano sui consumi energetici. Eurostat certifica che la componente fiscale nelle bollette elettriche italiane ha raggiunto il 27,6%, mentre per il gas è addirittura salita al 31,1%. Questo incremento è legato anche alla progressiva riduzione dei sussidi e dei benefici fiscali introdotti durante la fase acuta della crisi energetica.
Questo scenario si traduce in un prezzo finale che rimane alto per famiglie e imprese, nonostante la diminuzione dei prezzi sui mercati all’ingrosso. In altre parole, il consumatore italiano paga una quota consistente di imposte, rendendo meno percepibile il beneficio derivante dalla discesa del costo delle materie prime energetiche.
La situazione delle imprese e dei consumatori non domestici
Per quanto riguarda le imprese e i consumatori non domestici, il quadro appare più stabile ma con segnali di dinamiche diverse rispetto alle famiglie. Nel primo semestre del 2025, il prezzo dell’elettricità per le aziende ha subito un lieve calo, attestandosi a 19,02 € per 100 kWh. Tuttavia, sul fronte del gas si è registrato un piccolo aumento, dovuto in parte all’incremento della componente fiscale, che ha raggiunto il 16,5%, incidendo così sul costo complessivo per le imprese.
Questo dato conferma come, nel complesso, il sistema fiscale energetico italiano pesi ancora in modo significativo sugli utenti, anche in ambito produttivo, limitando la competitività delle aziende che devono fronteggiare costi energetici elevati rispetto ai loro concorrenti europei.

Il costo dell'elettricità in Italia sul podio europeo(wwww.velaincampania.it) 








