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Condominio, a chi spetta la messa in sicurezza dei balconi: la Corte d’Appello ha deciso

a chi spetta mettere in sicurezza i balconiCondominio, a chi spetta la messa in sicurezza dei balconi: la Corte d'Appello ha deciso - velaincampania.it

Quando il rischio riguarda la facciata, l’obbligo di intervenire non ricade solo sui proprietari dei balconi.

Nel mondo dei condomìni basta un dettaglio architettonico trascurato per trasformarsi in un problema collettivo. E’ ciò che accade quando un frontalino si deteriora: piccoli distacchi di intonaco, inizialmente quasi invisibili, possono diventare un pericolo serio per chi passa sotto la facciata. Situazioni che gli amministratori conoscono bene, spesso costretti ad agire in fretta per evitare rischi e contestazioni.

Non è raro che, di fronte a lavori urgenti, sorgano domande tutt’altro che banali su chi debba sostenere le spese. I balconi, soprattutto quelli aggettanti, restano una delle zone “grigie” più discusse del diritto condominiale. Elementi privati o parti comuni? Dipende dalla loro funzione, dal loro ruolo nell’estetica dell’edificio, dal rischio che possono creare.

La recente decisione della Corte d’Appello di Salerno offre però un chiarimento prezioso, partendo da una vicenda concreta: la necessità di intervenire rapidamente sui frontalini per evitare cadute di materiali. La storia ricorda da vicino un episodio avvenuto anni fa in un condominio del centro storico, dove un piccolo frammento staccato da un balcone costrinse il Comune a delimitare l’intera strada. Una scena che mostra bene quanto la sicurezza della facciata non sia affare del singolo, ma interesse di tutti.

La logica della sicurezza, spiegata dai giudici

La Corte ha ribadito un principio semplice: quando l’intervento serve a mettere in sicurezza la facciata, la spesa riguarda l’intero condominio. Anche se il balcone è privato, anche se uno dei condomini non ne possiede neppure uno. La motivazione si fonda su un punto essenziale del codice civile: l’amministratore ha il dovere di conservare le parti comuni, e la facciata rientra senza dubbi tra queste.

La messa in sicurezza dei frontalini, che si tratti di spicconature, rimozione del cemento ammalorato o consolidamento, tutela l’incolumità di tutti e impedisce danni a terzi. E’ questa finalità a determinare la ripartizione della spesa, più ancora della qualificazione dei balconi come parti comuni o private. La Corte lo sottolinea con nettezza: anche se alcuni elementi insistono su strutture individuali, quando diventano pericolanti si trasformano in un problema dell’intero edificio.

a chi spetta mettere in sicurezza i balconi

La logica della sicurezza, spiegata dai giudici – velaincampania.it

Nel caso esaminato i giudici hanno richiamato anche un orientamento consolidato: i frontalini possono essere considerati parti comuni quando contribuiscono al decoro architettonico della facciata. Ma il punto decisivo, questa volta, è stato un altro. La sicurezza prevale sulla natura del bene. E questo piccolo dettaglio fa davvero la differenza nella vita condominiale quotidiana.

Chi lamentava di non dover partecipare alle spese perché privo di balconi si è dunque trovato di fronte a un principio chiaro: si contribuisce non in base al vantaggio personale, ma per preservare l’integrità del fabbricato e la sicurezza della collettività condominiale.

Quando la facciata mostra segni di cedimento, il condominio deve intervenire subito e in modo unitario. La pronuncia della Corte d’Appello di Salerno offre una bussola affidabile: gli interventi urgenti sui frontalini per eliminare situazioni di pericolo vengono ripartiti tra tutti i condomini secondo i millesimi. Una scelta che tutela sia la sicurezza sia la convivenza, evitando dispute che rischiano solo di rallentare lavori indispensabili. Chi amministra un condominio sa che prevenire, in questi casi, non è solo un dovere giuridico, ma un investimento sulla tranquillità di tutti.

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