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Redazione Vela in Campania -
Perché I 673 - Lucy

29 ottobre 2018
I 673 - Lucy è il nome che l’ex capo flotta di Napoli, Vincenzo Panella, ha voluto dare al Trofeo Challenge della classe Meteor che bolina nel golfo di Napoli, organizzato dalla LNI- Napoli Poca roba se si confronta a quel meteor, Lucy, che nel 1970, gonfiava le vele nel golfo di Napoli e le ammainava ad Anzio! E nel 1973 si qualificava al terzo posto alla già rinomata Regata dei Tre Golfi! Non sono certo le miglia percorse da una imbarcazione di 6 mt che si vuol celebrare, dedicando a Lucy la coppa con cui verrà premiato il primo classificato delle tre tappe del Campionato Invernale Meteor, ma onorare gli uomini che attraverso questa passione, creano alleanze, stringono amicizie, tengono alto il rispetto, la loro capacità di adattarsi, la lungimiranza, la perseveranza; cavalcando i sentimenti giusti si guadagnano, per il loro Circolo di appartenenza, il rispetto e la credibilità di quelli prestigiosi e storici della città che diffidenti guardavano questa nuova associazione. Erano gli anni in cui la classe Meteor nemmeno esisteva! Come gli altri cabinati, il Meteor correva solo regate costiere, confrontandosi con altre imbarcazioni di 7÷8 mt, in VI classe, la più piccola della formula IOR. In navigazione non ci si avvaleva di strumenti; il pilota automatico, il vhf erano tutti da inventare! Si usava la bussola e si studiavano le carte nautiche, mettendo in pratica quanto imparato al corso di navigazione. È il 1969 quando il neo armatore Luciano Turrini e la fidanzata, poi moglie, Lucia Nocerino, portano Lucy, un meteor cabinato, da Torre del Greco al Molosiglio, in quegli anni sede in fieri della allora giovane LNI Napoli. È quello l’anno dell’incontro con Giovanni Pellizza, già socio attivo della sezione, successivamente Presidente della V zona della Federazione Italiana Vela per 20 anni; delle prime regate, quelle un po’ improvvisate: per boa la meda della Gaiola o una nave che al ritorno non c’era più, salpata per chissà dove! l’anno in cui si forma l’equipaggio di I 673: Giovanni al timone, tailer e prodiere la giovane coppia di armatori. L’entusiasmo e la passione crescono e le uscite in mare, contrariamente alle abitudini dell’epoca, si prolungano anche per l’inverno. Erano gli anni in cui le barche in vetroresina facevano il loro debutto, rivoluzionando costi e manutenzione e soprattutto allungando la stagione velica, non necessitando più del rimessaggio per il trattamento del legno che costringeva alla sospensione dell’attività, limitandola ad un piacere prettamente primaverile ed estivo. L’entusiasmo li porta a coinvolgere nell’attività sportiva invernale altri appassionati, proprietari di cabinati, contattati tra i vari circoli. La sinergia tra passione e operosità si concretizza con l’esordio della flotta del basso tirreno, di cui Luciano diviene segretario, al neonato 1° Campionato Invernale (tra poco più di un mese inizierà la 47° edizione, n.d.r). Esso prevedeva regate che gli odierni "meteoristi" non considerano nemmeno per la crociera d’avventura! Il giro dell’isola di Procida, quello di Capri, il giro delle tre isole, quest’ultimo ancora tradizione del Campionato Primaverile organizzato dalla Lega Navale di Napoli. È così che comincia la carriera agonistica di Lucy! Giri di boa nel golfo ed oltre! La flotta cresce competitiva; La passione porta a calcolare nuove rotte. Turrini, ormai è nel direttivo della sez. napoletana della LNI. Con i baroni degli storici Circoli Nautici partenopei, Giovanni e Luciano contattano gli armatori del Lazio tra cui, Marina Spacarelli Bulgari, armatrice di un bel Sparkmann & Stevens, kerkyra, che vantava l’Ammiraglio Straulino come skipper. Si inventano il Campionato per IV e V Zona F.I.V., al quale partecipavano altri armatori prestigiosi con barche che erano vere e proprie chimere per i nostri protagonisti! Il programma iniziava ad Anzio, a Torre Astura e si concludeva con la Tre Golfi. Quando, Lucy corre la Coppa Italia, ha già partecipato e vinto numerose manifestazioni: vince due volte il Giro di Procida, 29 MG, al Giro di Capri, 40 MG, si classifica una volta prima ed una volta seconda; è prima nella Coppa Montecristo, Anzio - Ponza - Anzio, e in quella del 41° parallelo, Anzio - Napoli; trionfa nel Campionato Interzonale nel 1972. È nel 1973 che il Circolo Organizzatore della prestigiosa Regata dei Tre Golfi (Napoli, Salerno, Gaeta; n.d.r.), decide di adottare la formula I.O.R. sostituendola alla R.O.R.C; le classi da tre, diventano sei e il limite posto alla classe più piccola che impediva di correre a barche che stazzate al galleggiamento fossero inferiori a 7 mt. si abbassa a 6 mt. I meteor acquisiscono pieno titolo a partecipare al percorso ridotto della celebre regata: la Coppa Italia, alla quale il giovane equipaggio di Lucy si iscrive e si qualifica al terzo posto. Dopo l’emozionante partenza a mezzanotte da Napoli, le barche impegnate nel percorso breve, si dirigevano ad una boa suggestiva, Ventotene, per sfilare poi nelle acque su cui si specchiava la villa del conte che ha istituito la manifestazione, il conte Matarazzo, a San Marco di Castellabbate, e terminare la navigazione a Capri. Per vincere la Coppa Matarazzo invece, trofeo della regata lunga, le "grandi imbarcazioni", 40÷42’’, prima di inchinarsi ad augurare il buongiorno al conte, dovevano girare la più lontana Ponza. Ma la rotta percorsa da Lucy, e dai piccoli cabinati di quegli anni, non coincide forse con quella su cui oggi i Maxi, 60", si contendono la coppa della lunga per entrare nell’albo d’oro della famosa regata ?! Il crescente impegno nella organizzazione della sezione della LNI, costringe Pellizza a lasciare il suo equipaggio. A sostituirlo Nino Cosentino, Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Napoli del 1960, al timone del Dragone "Venilia". "Ho imparato ad andare a vela con i soci del mio circolo al timone della mia imbarcazione, e ne ero contento, perché così potevo ‘rubare’ e capire." commenta Turrini. "Giovanni di cui sono ancora amico, è stato mio maestro, mi insegnava senza mai prevaricare. Ho poi avuto la fortuna di proseguire con Nino, il cui professionismo si manifestava esclusivamente nel suo essere atleta impetuoso e passionale. Il suo rigore, il suo costante richiamo alla concentrazione, è stata una grande scuola per me." Il Presidente per 20 anni della V zona FIV, Giovanni Pellizza, di quelle regate ricorda con piacere che a determinare il successo è stata la perfetta combinazione del fattore umano, fondamentale nelle lunghe ore di navigazione e nelle diverse condizioni di vento e mare che si incontrano navigando per tanto tempo; "È quello il momento in cui la regata è con te stesso." afferma. Antonella Panella
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