Rimane fondamentale un’attenta pianificazione e consulenza legale per evitare sorprese al momento della cessione di immobili ereditati.
Nel panorama delle successioni ereditarie, un aspetto spesso poco noto ma di grande rilevanza riguarda l’accettazione tacita dell’eredità e le conseguenze fiscali che ne derivano, in particolare quando si decide di vendere un immobile ricevuto in eredità.
Questo meccanismo, che non richiede necessariamente un atto formale, può comportare il pagamento di una tassa “nascosta”, collegata alla trascrizione nei registri immobiliari dell’accettazione stessa.
Che cos’è l’accettazione tacita dell’eredità e quando si verifica?
L’accettazione tacita dell’eredità si verifica quando l’erede compie atti che dimostrano la volontà di accettare i beni ereditati senza firmare alcun documento formale. La legge italiana prevede che azioni come la vendita, l’affitto o la semplice utilizzazione di un immobile ricevuto per successione costituiscano una manifestazione chiara dell’intenzione di accettare l’eredità.
Non solo: anche il pagamento di debiti ereditari con risorse provenienti dall’asse ereditario, il versamento di tasse relative al bene ereditato, la richiesta di volture catastali o l’incasso di somme dai conti correnti del defunto rientrano in questa casistica.
In tutti questi casi, l’eredità si considera accettata, con l’effetto che si diventa responsabili sia dei beni sia dei debiti del defunto, senza possibilità di rinuncia o di separazione patrimoniale.
L’importanza della trascrizione dell’accettazione tacita
Quando l’erede decide di vendere un immobile ereditato, è obbligatorio che l’accettazione tacita dell’eredità venga trascritta nell’atto notarile di compravendita. Questo obbligo è sancito dall’articolo 2648 del Codice Civile e dal decreto legge 31 maggio 2010, n. 78.

Come evitare l’incombenza – velaincampania.it
La trascrizione serve a tutelare l’acquirente e, in caso di mutuo, anche la banca mutuante, evitando che possano emergere contestazioni da parte di eventuali altri eredi o che si verifichino casi di erede apparente, cioè persone che in apparenza risultano proprietarie ma non hanno effettivamente diritto al bene.
Senza questa trascrizione, la banca potrebbe rifiutare di concedere il finanziamento e l’acquirente rischierebbe di incorrere in problemi legali.
Costi e imposte legate alla trascrizione dell’accettazione tacita
La trascrizione dell’accettazione tacita dell’eredità comporta il pagamento di alcune imposte e oneri che spesso passano inosservati:
- Imposta ipotecaria: pari al 2% del valore catastale dell’immobile, con un minimo di 200 euro;
- Imposta catastale: pari all’1% del valore catastale, sempre con un minimo di 200 euro;
- Imposta di bollo: 59 euro per ogni nota di trascrizione;
- Diritti di trascrizione: 35 euro;
- Onorario notarile: generalmente variabile tra 500 e 1.500 euro.
Questi costi rappresentano ciò che comunemente viene definito la “tassa nascosta” legata alla vendita di immobili ereditati senza un’esplicita accettazione formale.
Come evitare di incorrere in spese inattese
Per chi non desidera affrontare queste spese impreviste, la soluzione principale è evitare di compiere atti che configurino un’accettazione tacita, come vendere o affittare l’immobile, o utilizzare i beni ereditati prima di aver formalizzato l’accettazione tramite un atto scritto. In tal modo, si mantiene la possibilità di rinunciare all’eredità o di decidere con calma come procedere.
Questa questione è particolarmente rilevante per gli eredi che si trovano a gestire successioni complesse o con debiti nascosti, poiché l’accettazione tacita comporta la responsabilità patrimoniale anche personale sui debiti del defunto.

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